Una notte di emozioni

Foto Augusto Bizzi

Foto Augusto Bizzi

Sono passate poche ore dallo splendido argento di Rossella Fiamingo, e già la rete e i giornali sono piene di fiumi di parole che esaltano, giustamente, la spadista italiana. Penne più o meno competenti analizzano in ogni minimo dettaglio quella che a ragione si può definire una vera e propria impresa. Quasi tutti si soffermano anche sul rimpianto di un oro sfumato per un soffio, e anche questo è giusto: nello sport, come nella vita, il diritto di cronaca deve seguire sempre la strada della verità. E oggi, a queste migliaia di parole io non mi sento di aggiungere niente. È stato detto tutto quello che poteva essere detto; anzi, forse qualcuno ha detto anche troppo, cercando di entrare nella testa dell’atleta catanese per spiegare le sue emozioni in ogni momento della sua gara, come se su quella pedana insieme a lei ci fossimo tutti noi. Ma lei su quella pedana, in quella maschera, era a da sola; e a me, entrare nella testa di Rossella non interessa, e, soprattutto, non credo neanche che esista una sola persona, a parte lei, che possa farlo. E allora quella medaglia, quella gara, io la guardo dal mio punto di vista, con i miei occhi. E mi riempio delle emozioni che una giovane donna di 25 anni ha regalato a me, all’Italia, schermistica e non, e al mondo intero, che per qualche ora si è fermato e si è nutrito e sfamato di quelle emozioni. Lo sport, quando viene alimentato dal talento, è sopratutto questo: emozioni allo stato solido, che diventano liquide nei nostri corpi, che ci pervadono e ci riempiono, in un vortice; che si aggrappano ai nostri stomaci, li stringono in una morsa d’acciaio, e improvvisamente li liberano in un grido di esultanza. Gli sguardi incollati su un metro e sessantotto di tecnica, intelligenza e cuore, ad esaltarsi per i gesti di una ragazza, che più passava il tempo e più diventava una donna, nella consapevolezza del suo valore e del suo talento. E allora, su quella pedana, nella sua maschera, era da sola, ad affrontare le sue avversarie, ma attorno a lei c’era un mondo intero ad ammirarla.

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