
Foto Daniele Anile
La mia lezione comincia sempre nello stesso modo. Una semplice stoccata, tirata da fermo, precisamente al centro del petto. Ormai è diventato quasi un rituale, una sorta di firma, messa però all’inizio e non alla fine. In realtà, quei pochi secondi non sono per il mio allievo, non servono al lui, ma ne ho bisogno io. È come un segnale silenzioso che mando alla mia mente. Mi serve per concentrarmi su chi ho davanti, per guardarlo, e non solo vederlo. E a questo punto comincia la vera lezione. E per ognuno è diversa, perché ognuno dei miei allievi è diverso uno dall’altro; e sono diverso io in relazione a ognuno di loro. C’è chi pensa che il mio lavoro sia fatto “in serie”. Movimenti ripetuti secondo uno schema prefissato che seguono la mia idea di scherma; ma non è così. Il mio, il nostro (quello di tutti i miei colleghi, anche di altre discipline sportive) è un lavoro d’artigianato. Un lavoro fatto Continua a leggere→