Archivio mensile:Marzo 2016

Questione di spazio

Oggi la scherma, più di ieri, si è globalizzata. È uscita dal paradiso elitario in cui era stata rinchiusa, anche a causa di costi non proprio indifferenti, per aprirsi maggiormente alle masse. Questo è un processo innegabile che ben si può verificare guardando i numeri delle presenze alle nostre competizioni. Ovviamente aumentando i numeri dobbiamo per forza di cose gettarci nel calderone della concorrenza con gli altri sport. E se è innegabile che possiamo contare su svariati punti a nostro favore, è anche vero però che sotto alcuni aspetti siano pericolosamente indietro rispetto ad altre discipline sportive. Proprio l’aumento dei numeri, segno evidente delle nostre capacità educative e manageriali, rischia di rivelarsi un boomerang e di ritorcersi contro. Infatti andando in giro per le gare e parlando con colleghi e genitori, sempre più spesso si avverte un malcontento diffuso rispetto ai luoghi di gara, che molte volte si rivelano insufficienti per la grande massa di persone che vi si riversa dentro. Spesso sono troppo piccoli e con una divisione non idonea degli spazi. Questo problema si avverte sopratutto nelle gare under 14, Continua a leggere→

Lo sport, vero maestro

Molte volte nella mia carriera ci sono stati genitori che mi hanno ringraziato per aver, secondo loro, contribuito alla crescita dei loro figli. E ammetto che i primi anni che insegnavo, difficilmente riuscivo a non tradire un certo orgoglio che mi si gonfiava nel petto quando ascoltavo queste parole. Poi però, con gli anni, complice forse un po’ di consapevolezza in più, quando qualcuno mi faceva notare l’importanza del mio ruolo di educatore, ho cominciato a sminuire un po’ il mio apporto e a glissare su questo argomento; e non per un atteggiamento di falsa modestia, ma perché credo realmente che ci sia un maestro molto più bravo di qualunque tecnico: lo sport stesso. Infatti credo che i maggiori insegnamenti che i nostri ragazzi possano ricevere non vengano dalle nostre parole, ma delle dinamiche che si scaturiscono negli anni durante la loro vita sportiva. E con questo non voglio fare finta che il lavoro del tecnico non sia importante, ma penso che forse ogni tanto dovremmo anche imparare a prenderci un po’ meno sul serio. Anche perché se veramente fossimo così fondamentali Continua a leggere→

Trasferta

La tensione che cresce insieme ai chilometri percorsi dalla macchina. Dopo tanti anni non ti sei ancora abituato alla piccola bolla di nervosismo che ti cresce dentro il petto, alla vigilia di una gara. Hai quasi perso il conto delle trasferte che hai affrontato; la routine è sempre la stessa: appuntamento in palestra verso le 2, partenza, solito viaggio di 4/5 ore, arrivo in albergo, spesso uno squallido hotel di una squallida periferia di qualche città italiana, cena veloce, una piccola passeggiata, e poi gestire quella famosa bolla nel petto, rigirandosi in un letto sconosciuto per tutta la notte, in attesa di quel primo “pronti, a voi” che farà scoppiare quella bolla, o che la renderà più grande, più invadente; tutto dipende dalla prima stoccata, dalle sensazioni che proverai o, comincio a pensare, Continua a leggere→