Spadisti d’argento, ragazzi d’oro

Foto Augusto Bizzi

Foto Augusto Bizzi

Quando la maggior parte delle persone vengono a conoscenza del mio mestiere, quasi tutti fanno la stessa domanda: ma a tua figlia farai fare scherma? E può essere difficile crederci, ma non so mai che rispondere. Perché insieme al normale piacere di poter condividere la mia passione con lei, c’è anche la paura di non essere capace di mescolare insieme il ruolo di padre e di maestro. Però poi ci penso, e mi rendo conto che se oggi sono quello che sono è anche grazie all’ambiente della scherma, che, sicuramente con tutte le sue contraddizioni, come ogni ambiente del resto, è comunque uno dei luoghi (non so perché ma per me la scherma è un luogo) migliori in cui crescere. E questa ultima medaglia ne è l’ennesima testimonianza; infatti la prima cosa che mi salta agli occhi guardando la gara di questi grandissimi atleti, è che, a parte il loro indiscutibile valore tecnico, sono 4 ragazzi in gamba, dalla faccia pulita che si sono allenati in silenzio, senza troppi clamori, consapevoli che giorno dopo giorno gli occhi di tutti si sarebbero concentrati su di loro, ma, complice una prova individuale non brillante, senza uno sguardo particolarmente speranzoso o benigno; sapevano infatti che molti , tra gli addetti ai lavori e non, erano già pronti a puntare il dito su ogni loro singolo errore. Ma loro hanno continuato a camminare per la loro strada, probabilmente non insensibili, ma almeno apparentemente sereni, e alla fine hanno dimostrato tutto il loro valore, conquistando uno splendido argento e arrendendosi solo alla maggiore esperienza del team francese, in un’arma, la spada, dove la gioventù spesso non è un valore aggiunto (il coreano Park è una bellissima eccezione). E hanno dimostrato la loro personalità, il loro essere squadra in tutti gli assalti, nei momenti gloriosi e in quelli più difficili, incitandosi a vicenda, dando il massimo in ogni stoccata e soprattutto non cercando alibi dopo la sconfitta.sono saliti sul secondo gradino del podio con l’emozione di 4 giovani uomini che sapevano di aver centrato un’impresa, ma allo stesso tempo, che guardano a quel gradino più alto come un obiettivo e non un sogno. Allora ci vediamo fra quattro anni, e a questo punto, spero che mia figlia vi segua senza bisogno di spiegarle le regole a ogni stoccata; gliel’avrà insegnate il suo maestro. E sarò orgoglioso di sapere che condividerà la sua passione con persone straordinarie come voi.

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