Archivio mensile:Gennaio 2016

Chi ha tempo non perda tempo

Anche ieri la palestra era piena. Tutte le pedane occupate. Lezioni e assalti che si susseguivano a ritmo costante. Come mia abitudine ho dedicato l’ultima parte del l’allenamento a guardare gli atleti tirare: essendo il gruppo serale l’ età degli allievi era come al solito estremamente eterogenea; dai 13 ai 50 anni. E come ogni volta mi sono accorto di un particolare, che potrebbe sembrare insignificante ma che a mio avviso è invece decisivo: i ragazzi più giovani tendevano a tirare cercando la vittoria, affidandosi sopratutto alle loro azioni migliori, a quelle preferite, quelle che sapevano essere i loro punti forti. Invece i tiratori più maturi, i master, ripetevano in maniera quasi pedissequa le azioni che avevamo provato insieme pochi minuti prima a lezione. Le studiavano, le tentavano alle varie misure, più volte, e nella gestualità alla fine dell’azione, a prescindere da quale luce si era accesa, si poteva vedere il loro grado di soddisfazione per i movimenti appena effettuati. E, molto spesso, dopo l’ennesimo tentativo, quando sotto la maschera si intravedeva un sorriso compiaciuto, segno che qualcosa dentro di loro era scattato, usavano quella stessa azione per cercare la vittoria in quell’assalto.
Ecco, se mi chiedessero cosa è l’impegno, questa immagine sarebbe la mia risposta. E non è un caso che la maggior parte delle volte questo comportamento, sintomo di un modo di allenarsi consapevole e maturo, si ritrovi in atleti più grandi di età. Ma perché? La risposta più ovvia Continua a leggere→

Vincenti e perdenti

Qual è la differenza fra un vincente e un perdente? La risposta più ovvia potrebbe essere: il risultato. Altre opzioni probabili sono la mentalità, la forza di volontà o spesso, più banalmente, il talento.
Entrando più nello specifico, come si costruisce un vincente? In tanti anni ho sentito innumerevoli teorie, alcune più convincenti e altre meno, ma tutte, alla fine mi sono sembrate sempre comunque incomplete, insufficienti a spiegare totalmente la sensazione di forza, sicurezza e potenza che si prova quando si è di fronte a un campione.
Ribaltando però la domanda la risposta appare chiarissima ai miei occhi; come si costruisce un perdente? Sicuramente ricordandogli continuamente, a parole e con le azioni, la sua mediocrità. E in questo, purtroppo, ritrovo tante responsabilità di molti tecnici e, ogni tanto, anche di alcuni genitori.
Ogni anno decine di ragazzi si rivolgono a noi, e nella nostra testa, spesso inconsciamente siamo i primi a catalogarli, a inserirli in uno o nel altro gruppo, i vincenti e i perdenti appunto, guidati nel nostro parere di “esperti” da quello che noi chiamiamo istinto o, molto più spesso, banalmente, solo dalla nostra cecità. E soprattutto con i secondi, Continua a leggere→

La prima gara

Foto Daniele Anile

Ogni gara ce n’è almeno uno, molto spesso di più, mai nessuno. Di nascosto ogni volta che entro nei palazzetti in giro per l’Italia li cerco con lo sguardo.
Sono quei bambini o bambine alla loro prima gara. Si riconoscono al volo; non appena entrano dalle porte, si fermano aprendo leggermente la bocca, spesso intimoriti. In alcuni palazzetti, grandi, l’effetto è moltiplicato. Lo sguardo si alza a cercare il soffitto, altissimo, sopra le loro teste. Quel piegare il capo verso l’alto di solito è accompagnato da una pausa, più o meno lunga, del respiro. Se un palasport è grande per noi adulti, da un metro e venti di altezza appare enorme e, spesso, spaventoso.
Poi li vedi fare  pochi passi incerti, a cercare di capire dove devono andare; la maggior parte di loro si erano immaginati un ambiente diverso, forse più ovattato, non certo quella girandola di suoni e umanità che è una gara under 14. Quasi tutti loro provengono da palestre piccole, con 4-5 pedane al massimo, e mai avrebbero pensato di poter trovare un luogo con più di 20 pedane allineate una accanto all’altra. Ora lo sguardo da sperduto si sta trasformando in terrorizzato; si vede da lontano che sono frastornati. Sono quelli che, ancora con la giacca pesante addosso e il borsone sulle spalle, spesso talmente grande che potrebbero usarlo come sacco a pelo, si fermano in mezzo alle pedane, magari Continua a leggere→